CASCINA PIANO 14-07-2012


La Rocca d’Angera si presenta come due facce della stessa medaglia. Da una parte, la più conosciuta, vista dal lago, turistica, rialzata sulla città ed elegante. Dall’altra una prospettiva mai vista finora. Per poterla vedere si deve passeggiare tra i filari di vite dell’Azienda Cascina Piano. Per raggiungerla bisogna inerpicarsi in una stradina impervia, ben lontana dal turismo quotidiano. Appena aumenta la pendenza della strada si nota un cartello che indica il colle più alto d’Angera detto San Quirico che, dando il nome ad uno dei vini dell’azienda, fa capire che la direzione è quella giusta. Salendo si notano le prime vigne fino ad abbandonare l’abitato. Tra colline cariche di verde il rumore della città scompare dando spazio alla natura. Ancor più si intuisce come il vino nasca dal lavoro della terra e non in una bottiglia statica su di uno scaffale d’enoteca. Per giungere sin qui bisogna cercarlo, mossi da un vero interesse. Il mio è quello d’essere varesino e come tale di rimanere positivamente stupito da un progetto di vini di qualità sposato dalla Cascina Piano. Studiando enografia sui libri dell’AIS, guardavo con invidia la molteplicità di vini e di riconoscimenti ottenuti ad ogni angolo d’Italia e con rammarico mi pesava l’assenza del mio territorio natale. Fino a quando sei soci, capitanati da Franco Berrini, si sono avventurati in questa sfida ottenendo in breve tempo successo. L’azienda è stata fondata nel 2003 mentre il riconoscimento dell’IGT Ronchi Varesini è dell’11/10/2005 (il nome Ronchi trae origine dalla coltivazione a terrazzamento tipica della provincia). Queste date sanciscono quindi la rinascita della viticultura del varesotto. Una viticultura che era rimasta latente per parecchi anni, ma in realtà su un territorio vocato a tale produzione. Fu il prepotente impulso dell’industrializzazione a soffocare l’agricoltura fino a bloccarla completamente. Certamente industrie importanti che hanno segnato la storia locale e non solo (nell’avionica a titolo d’esempio) portando ricchezza e benessere, ma che hanno soffocato completamente altri settori. Negli ultimi anni in campo enologico si è assistito ad una riduzione della quantità di vino prodotto a favore della qualità. Parallelamente si presta più attenzione alle tipicità, all’ecologia, alle produzioni biologiche e si sono aperte nuove strade oltre che riaprirne di vecchie. Proprio qui ha lavorato Cascina Piano, ha riaperto una vecchia strada andando a produrre vino di qualità in un’area già anticamente sfruttata. Testimonianze storiche derivano dal fatto che il cardinale Carlo Borromeo a metà del 500 si facesse spedire questo vino fino a Roma e come Carlo Porta, il ben noto scrittore dialettale milanese, elogiasse il vino di queste zone. Nel ‘600 addirittura i 4/5 della produzione agricola varesina era adibita alla viticultura. A confermare la storia e zittire gli scettici l’Università Statale di Milano ha eseguito analisi riguardanti le situazioni pedoclimatiche dando conferma della ottima attitudine del luogo. L’azienda Cascina Piano nello specifico si estende nei comuni di Angera, Ranco, Taino e Sesto dove ha rilevato appezzamenti già vitati e, ripulendo il tutto, ha reimpiantato mantenendo un legame culturale con la zona. Cultura fa parte del motto aziendale :”Vino, arte e cultura popolare”. Oltre alla valorizzazione dei vitigni autoctoni è interessante infatti notare come sul sito aziendale ad ogni bottiglia siano spiegate le origini del nome e delle etichette, oltre che curiosità e legami col territorio. I dipinti delle etichette in gran parte provengo da affreschi di chiese limitrofe ed i nomi hanno origini dialettali o facenti parte della storia e del territorio.



L’elenco dei vini Cascina Piano è vario e completo:


• Verboso Bianco, bianco IGT vivace da uve Chardonnay, Bussanello ed altre uve bianche non aromatiche, indicato per piatti di pesce, carni bianche ed anche come vino da aperitivo;

• Verboso Rosso, rosso IGT vivace da uve Nebbiolo, Uva Rara, Croatina e Merlot, vino a tutto pasto;

• Sebuino, rosso IGT da uve Croatina, Barbera, Vespolina e Merlot, vino da tutto pasto;

• San Quirico, bianco IGT da uve Chardonnay e Trebbiano, indicato per piatti di pesce e carni bianche;

• Angliano, rosso IGT affinato in legno, da uve Nebbiolo e Croatina, indicato per arrosti, salumi, selvaggina e formaggi a pasta dura;

• Primenebbie, rosso IGT affinato in legno, da uva Nebbiolo, indicato per carni rosse, arrosti, selvaggina e formaggi stagionati;

• Mott Carè, vino bianco dolce da uva Malvasia aromatica intaccata dalla muffa nobile, indicato per pasticceria speziata e formaggi a pasta dura o piccanti;

• Acquavite di Chiossa, acquavite da vinacce fresche non pressate di uve a bacca bianche e rossa, indicato con cioccolato, formaggi freschi a latte crudo vaccino e di capra.





Tra questi spiccano l’Angliano ed il Primenebbie, quest’ultimo segnalato come “Vino di ottimo livello” con tre rose camune dalla guida Viniplus 2012.


Una chicca finale, in uscita dalla visita, sono una serie di bottiglie a testa in giù sorrette da un pupitre. Si sta sperimentando uno spumante, che andrebbe a completare il parco vini e che testimonia ulteriormente la continua ricerca di Cascina Piano.


TESTO E FOTO SONO DI MASSIMO BECCEGATO

Nessun commento: